Il rumore che si sta ampliando sul tema social commerce non
riguarda solo l’introduzione dei tasti “Compra ora” su Twitter e il social
Network di Zuckemberg.
“Siamo nel mezzo di un profondo cambiamento strutturale, dal
retail fisico a quello digitale. Sta accadendo molto più velocemente di quanto
avrei mai potuto immaginare”.
Ad onor del vero, ora, una piccola parte delle vendite al dettaglio
online sono generate direttamente dai social ma il volume sta crescendo a vista
d’occhio. Le vendite derivanti da Facebook e da Twitter sono aumentate del
triplo rispetto al tasso delle vendite da e-commerce.
Nell'analisi di BI Intelligence è evidente il ruolo dei
network dei social media che hanno un impatto molto più forte sul processo di
scelta e ora sul livello di vendite.
I tassi di conversione, il valore medio degli ordini e i
redditi da condivisione uniti ai “like” e ai “tweet” sono i parametri su cui si
sono fondati gli studi della BI Intelligence.
Immagine a cura di BI Intelligence
I retailers che adesso occupano le prime 500 posizione nel
mercato mondiale hanno guadagnato tramite Social Commerce quasi 2,69 Milardi di
Dollari e i dati, che vedono una crescita di quasi il 60% rispetto al 2012,
sono in continua ascesa rispetto ad una crescita dell’ecommerce del 17%.
Se fino a pochi anni fa, i retailers rapportavano il loro
social media ROI in base al numero di “seguaci” che seguivano la pagina o il
canale in particolare, ora il rapporto è sullo spazio che il “BIN” ha sulla
propria pagina.
Autorevoli firme del Marketing associano gli acquisti sui
social network equiparandoli a quelli di impulso nei supermercati “reali”.
Vendere sui social network è complicato soprattutto perché
si tratta di piattaforme dedicate all'intrattenimento e ricche di stimoli che
distraggono l’utente dal completamento dell’acquisto.
I social però stanno modificando le proprie caratteristiche
per essere più adattabili per i retailer.
Sempre nello studio di Internet
Retailer è possibile vedere come 40 dei retailer presi in esame hanno posto
molta più attenzione sui loro canali social, spendendo circa il 300% in più
rispetto al 2013.
Si è abituati a pensare che i canali sui cui investire siano
Facebook e Twitter, ma anche altri siti stanno avendo risultati significativi,
soprattutto per quanto riguarda metriche specifiche, come il valore medio
d’acquisto.